Tabacco, il patto Coldiretti – Philip Morris – NAPOLI 23 APRILE 2013
23-04-2013
Per parlare del tabacco a km 0 la Coldiretti ha scelto oggi il proscenio della Mostra d’Oltremare a Napoli, dove ha tracciato il bilancio di due anni di collaborazione con Philip Morris.
Un accordo incentrato sull’acquisto di tabacco italiano da parte della multinazionale a patto e condizione di impegnare i coltivatori italiani a conferire un prodotto di elevata qualità e sostenibilità ambientale. Oggi l’accordo, siglato da Coldiretti e Phillip Morris il 15 giugno 2011, garantisce un reddito al 40% dei coltivatori italiani di tabacco e assicurerà sul contratto di coltivazione per il 2013 incrementi di prezzo importanti: dal 8,5% per il Burley al 13% per il Bright.
I termini dell’accordo: Philip Morris Italia si impegna ad acquistare tabacco italiano direttamente dalla Unione di tabacchicoltori indicata da Coldiretti (Ont Italia) per il triennio 2011-2013, con un aumento dei propri acquisti di tabacco del 25% rispetto al raccolto 2010. Ont Italia sta garantendo a Philip Morris Italia la disponibilità dei tabacchi rispondenti alle esigenze della manifattura e si occupa della divulgazione e implementazione delle buone pratiche agricole, le linee guida elaborate da Philip Morris International per garantire la qualità e l’integrità del tabacco ed il rispetto dei principi di tutela dell’ambiente.
Un patto che sta funzionando, che fa dire a Mario Catania, ministro per le Politiche agricole, giunto a Napoli per l’occasione: “Sono accordi come questo, in particolare, che danno una prospettiva oggi ai tabacchicoltori, con tutte le conseguenze che questo comporta sulla continuazione della coltivazione del tabacco in Italia, che ha una importanza grandissima per la nostra agricoltura.”
Sul tabacco in Campania occorre muoversi: “Sicuramente questo settore produttivo in Campania ha subito perdite importanti, nonostante un accordo di programma firmato a Bruxelles nel 2007 con l’allora ministro per le politiche agricole – ricorda Daniela Nugnes, consigliere per l’agricoltura del presidente Caldoro. E tra 2000 e 2010 la Campania, pur restando la principale regione produttrice di tabacco, perde oltre il 43% delle superfici investite nella coltura, scendendo dagli oltre 15500 ettari di inizio decennio ai poco più di 8800 registrati dall’Agea a fine campagna 2010.
“Per porre rimedio al calo produttivo alle regioni i Piani di Sviluppo Rurale hanno affidato delle misure per rendere più competitivo il nostro tabacco, reso meno appetibile dalla riduzione dei premi comunitari – ricorda la Nugnes, che ammette – in Campania ci si è mossi con qualche ritardo, che ora stiamo cercando di recuperare, dando una corsia preferenziali ai bandi PSR che riguardano i coltivatori di tabacco.”
Dove la politica è giunta forse in ritardo, e sta cercando di recuperare posizioni, gli accordi tra le parti stanno invece funzionando. Gennaro Masiello, presidente Coldiretti Campania e della Ont Italia dice: “La tabacchicoltura in Campania si stava perdendo, con questo accordo siamo riusciti a dare certezze ai coltivatori di tabacco, che oggi riescono a spuntare buoni prezzi i mercato, nel quadro di una filiera più efficiente e razionale.”
Napoli 23 aprile 2013