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FORMAZIONE E SOSTENIBILITA’ DELLA TABACCHICOLTURA

La qualità globale del tabacco è l’obiettivo al quale, dal 2010 la filiera italiana, in particolare, sta lavorando costantemente e che oggi consente di spendere sul mercato un target importante, oltre che per il valore intrinseco del prodotto,  per una serie di valori aggiunti che riguardano l’economico, il sociale, l’ambiente e il territorio.

Un risultato che richiede impegno, per realizzarlo e per migliorarlo nel tempo e dove la formazione gioca un ruolo fondamentale, in funzione del risultato di mercato atteso nelle relazioni contrattuali.

Nell’accordo Coldiretti – Philip Morris, viene dedicato uno spazio particolare alla formazione dei tecnici delle cooperative aderenti a O.N.T. Italia ed agli stessi imprenditori agricoli.

L’impegno nella formazione è stato implementato già dal 2016, per tenere conto dei crescenti standard qualitativi richiesti dalle manifatture, per effettuare una più puntuale analisi dei costi di produzione, oltre che monitorare l’evoluzione normativa legata alle tematiche del lavoro, dell’ambiente  e del territorio.

Allo scopo, attraverso AGER si stanno svolgendo corsi di formazione, con copertura totale del territorio interessato alle coltivazioni del tabacco ricadenti negli impegni contrattuali di O.N.T. Italia: Campania, Umbria, Veneto e Toscana. Le attività formative, al momento, riguardano la “sicurezza e salute sui luoghi di lavoro”, il “contratto collettivo nazionale di lavoro e gli strumenti di cui dispone l’impresa agricola”, il “monitoraggio dei costi di produzione delle aziende tabacchicole”, gli “adempimenti e le autorizzazioni ambientali sui rifiuti, scarichi ed emissioni” e “la lotta integrata nella coltivazione del tabacco e sono destinate alle aziende agricole e ai tecnici delle cooperative aderenti, che prestano assistenza ai tabacchicoltori associati, per far conoscere obiettivi, responsabilità e strumenti a disposizione delle aziende agricole.

E’ un contributo importante all’obiettivo della sostenibilità della tabacchicoltura ed al suo futuro, perché la competitività del nostro prodotto potrà giocarsi molto anche sulla sua distintività, soprattutto se saremo capaci di accreditare questo valore nella percezione europea e spenderlo sul mercato.

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