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Per il Kentucky, e non solo, c’è ancora da fare per garantire la sostenibilità per i produttori

28/7/2015 A pochi mesi di distanza dall’aver salutato con soddisfazione l’impegno di  MST per acquisti fino al 2020, dobbiamo registrare una insoddisfacente risposta alle richieste dei produttori per i livelli di prezzi proposti per il 2015. Il tabacco Kentucky si differenzia dalle altre varietà coltivate in Italia non solo per le caratteristiche fisiologiche della pianta e per la diversa e “affascinante” fase di cura ma anche per la destinazione nel prodotto finale.

Il Kentucky, infatti, è acquistato, di fatto esclusivamente, dalla Manifatture Sigaro Toscano per la realizzazione del famoso sigaro Toscano, nelle varie tipologie, che negli anni ha costantemente aumentato la propria quota di mercato grazie alla qualità indiscussa, molto apprezzata dai consumatori, e alle efficaci politiche commerciali.

Purtroppo però a fronte di un grande impegno chiesto ai produttori per mantenere i livelli qualitativi che richiedono costi di produzione notevolmente più alti rispetto alle altre varietà, non si registra un adeguato prezzo industriale. Dal 2015, si ricorda, per tutte le varietà di tabacco, e quindi anche per il Kentucky, non è previsto il cosiddetto “premio qualità” che proprio per il Kentucky “da fascia” aveva valori importanti (circa 1,20 €/kg e, per il solo 2014, circa 2,40 € /kg).

E’ chiaro quindi che, in assenza di un necessario aumento dei prezzi, il Kentucky, più delle altre varietà, rischia di scomparire dal mercato italiano, proprio per gli alti costi di produzione. Questo è stato il tema affrontato nell’incontro tra O.N.T. e la Manifatture Sigaro Toscano, lo scorso 28 luglio, presenti il D.G. Stefano Mariotti e i responsabili Giorgio Stramacci e Leonardo Testa per M.S.T. e i presidenti e responsabili delle O.P. ATIC, ATAS, CTS e OPIT.

L’incontro era molto atteso dai produttori e programmato da tempo, dopo un analogo incontro tenuto nei mesi scorsi a San Giustino presso la O.P. ATIC, durante il quale erano state ribadite in modo chiaro le difficoltà dei produttori per investire ancora nella coltivazione del pregiato Kentucky in assenza di risposte adeguate sui prezzi. Senza avere alcuna garanzia da parte di MST, era stato però condivisa la scelta di monitorare la situazione per valutare possibili aggiornamenti dei prezzi 2015.

Oggi dobbiamo constatare, però, che l’attesa è stata vana. A fronte di una disponibilità al dialogo della manifattura, che è stata comunque apprezzata, MST ha proposto un aumento che non consente una vera valorizzazione del prodotto ma interviene, e in piccola misura, solo sulle classi di minor pregio, a scapito di tutte le azioni rivolte all’aumento della qualità. Una situazione che, per i produttori, è realmente insostenibile, proprio in una campagna difficile per le condizioni meteo che hanno determinato anche un ulteriore aumento dei costi di produzione. Se non si interviene rapidamente, il rischio che il 2015 possa rappresentare l’anno di non ritorno per la coltivazione del Kentucky è reale.

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